Cessione crediti PA: l’UNCI Avellino fa appello a Prefetto e parlamentari irpini: “Le banche rispettino impegni presi”.
“In una fase di profonda crisi economica anche le imprese irpine combattono ogni giorno per non chiudere – si legge in una nota della Federazione Provinciale UNCI di Avellino. Particolarmente difficile è la condizione delle cooperative che espletano servizi o effettuano lavori per conto della pubblica amministrazione, che spesso non vengono pagati dagli enti, a volte anche in presenza di stanziamenti già disponibili. Una situazione purtroppo molto comune in tutto il Paese, tanto che il governo nazionale ha approvato una serie di provvedimenti per consentire lo sblocco delle spettanze, che peraltro rimetterebbero in circolo nuove risorse. Ma come tante volte succede la realtà dei fatti è ben diversa. Nonostante il Ministero dell’Economia abbia sottoscritto ben due convenzioni (una delle quali con la garanzia di un plafond di 10 miliardi di euro della Cassa Depositi e Prestiti) con l’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, per permettere operazioni di cessione pro-soluto di crediti certificati, vantati dalle imprese nei confronti di enti pubblici, a banche e intermediari finanziari, è concretamente impossibile accedere a tali agevolazioni. Le cooperative e le aziende irpine, ma lo stesso sta succedendo in altre aree del territorio nazionale, trovano puntualmente le porte chiuse degli istituti di credito, che si dichiarano indisponibili ad effettuare le operazioni. Viene così vanificata l’opportunità di recuperare risorse fondamentali per la vita delle attività produttive e per la ripresa dell’economia”. L’Unci provinciale di Avellino, quindi, denunciando questa intollerabile situazione chiede al Prefetto di intervenire perché in Irpinia vengano rispettati gli accordi assunti nelle sedi istituzionali. Si ritiene inoltre necessario che su una questione così delicata si attivino anche i parlamentari del territorio per sollecitare il Ministero e l’intero governo ad assumere provvedimenti conseguenti, affinché non si consumi l’ennesima spregevole farsa a danno di chi lavora e produce.